INCONTRO CLUB CAMERA E SENATO

Anche il Roma Club Montecitorio, unitamente all’omonimo club del Senato, si mobilita dopo il doloroso addio alla maglia giallorossa di Daniele De Rossi. Le due rappresentanze istituzionali della tifoseria hanno infatti chiesto di incontrare la dirigenza della società per capire le strategie future del Club e per chiedere spiegazioni sulle modalità che hanno portato a chiudere così repentinamente il rapporto con il capitano. Lo hanno fatto nel corso di un incontro tenutosi a Palazzo Madama dove con una nutrita rappresentanza dei due Roma Club erano presenti anche l’onorevole Paolo Cento e i senatori Maurizio Gasparri, Paola Binetti, Loredana De Petris e Gerardo Labellarte. “La bandiere – ha detto il presidente del Roma Club Montecitorio, Cento – non si possono ammainare in questo modo, ne’ si può gestire una società come la Roma senza la passione. Inoltre, non ci sono piu’ alibi, stadio compreso, alla mancanza di titoli sportivi. Alla proprietà dico quindi che e’ ora di uscire dagli uffici ed incontrare i tifosi”.
Per Gasparri “Bisogna farsi carico del sentimento diffuso nella città e nella tifoseria. Ci si deve rendere conto che anche i tifosi sono i proprietari sostanziali di una società calcistica”. Da qui, da parte del senatore, l’appello al mondo economico e imprenditoriale romano ad “assumersi le sue responsabilità” e la forte richiesta di un incontro alla proprietà americana per capirne di più su strategie ed indirizzi futuri.
La senatrice Binetti, dal canto suo, ha puntato sull’aspetto sociale del calcio che “è una palestra di valori e formazione. La vicenda di Totti ieri e oggi di De Rossi è umiliante per i giovani che vogliono mettersi in gioco anche nella vita e che hanno bisogno di un club di riferimento per assimilare immagini e principi positivi”. Stessi concetti anche per De Petris secondo la quale “non possiamo accettare che oggi l’affarismo travolga anche i valori” e per Labellarte a giudizio del quale ”lo sport e soprattutto il calcio hanno un grande ruolo di carattere economico ma anche sociale”.

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